Alimentatore USB-C contraffatto e pericoloso
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Introduzione
«Fatta la legge, trovato l'inganno»
Ed è così che anche nell'A.D. 2025 continuano ad esistere alimentatori USB contraffatti e pericolosi, che non solo non erogano minimamente la potenza dichiarata sulla scatola, forniscono corrente di scarsa qualità e sono inaffidabili nel tempo, ma spesso e volentieri risultano proprio pericolosi e possono essere causa di incidenti anche mortali.
L'esemplare in questione
Questo alimentatore è stato recuperato su Vinted, una piattaforma di compravendita online che recentemente ha inaugurato una nuova sezione dedicata interamente all'elettronica. Naturalmente sono reperibili anche da molte altre piattaforme, come Aliexpress, eBay... ma a volte anche da negozi fisici, anche a prezzi piuttosto elevati.
Le caratteristiche sono riportate di seguito. Notiamo i punti salienti:
- Potenza massima di uscita: 45W
- Tensione massima di uscita: 20V (PDO) oppure 21V (PPS)
- Corrente massima: 3A
- Incluso cavo da 5A (!)
Già leggendo le caratteristiche si ha qualche dubbio circa la veridicità delle stesse: che senso ha fornire un cavo da 5 ampère, quando l'alimentatore con cui è incluso ne può fornire al massimo solo 3? La risposta arriverà più avanti...
Analisi elettriche
Protocolli USB
Utilizzando un tester USB multifunzione FNIRSI FNB58 si possono fare rapidamente alcune misure elettriche (non sotto carico). USB-C supporta molte tensioni e correnti di uscita, quindi è dotato di vari sistemi di segnalamento che il dispositivo in carica utilizza per segnalare all'alimentatore quale alimentazione fornire.
USB-C supporta il protocollo PDO e PPS. In breve:
- PDO supporta quattro tensioni di uscita standard più una non standard, che sono 5V, 9V, 12V (non standard), 15V e 20V.
- PPS supporta qualunque tensione compresa tra l'intervallo minimo e massimo che il caricabatterie può fornire, in genere da 3.3V sino a 21V.
Secondo le caratteristiche stampate sulla scocca il nostro alimentatore dovrebbe supportare sia PDO fino a 20V (tranne 12V), che PPS fino a 21V.
Tuttavia, il tester ci dice chiaramente che PDO arriva fino a 12V, mentre PPS proprio non c'è!
La potenza massima risulta essere di solo 33W, corrispondente a 12V x 2.8A, ma quella effettivamente erogabile è ancora minore come vedremo dopo!
Altre incongruenze ci sono con i protocolli HUAWEI, con SCP che pubblicizza una mastodontica potenza di 66 watt!
Curva di carico
Per verificare la veridicità di ciò che afferma USB Power Delivery, è bene eseguire un test di carico. Il test è stato eseguito con carico elettronico BK PRECISION 8600 in modalità corrente costante, incrementando la corrente con passi di 100mA e leggendo la tensione sulla porta USB in uscita (metodo Kelvin). La tensione viene incrementata utilizzando la funzione PD Trigger del tester FNIRSI FNB58.
Il risultato non è molto entusiasmante:
Si nota che nonostante l'aumento di tensione, la corrente massima erogata si riduce. In altre parole, è la potenza il fattore limitante. L'alimentatore sembra dunque avere una potenza massima erogabile di appena 11 watt, un quarto di quella pubblicizzata!
Parametri termici e test di mezz'ora
Fissata la potenza massima erogabile a 11 watt come visto sopra, ho effettuato un test di carico di mezz'ora per determinare le temperature a regime. Per l'effettuazione del test il carico elettronico è stato impostato in modalità potenza costante con potenza di 11 watt.
Di seguito le termografie riprese con sensore FLIR Lepton. La prima immagine è stata ripresa con alimentatore ancora collegato aprendo parzialmente la scocca, mentre la seconda è stata ripresa disalimentando l'alimentatore e poi estraendo il suo circuito.
In entrambi i casi il punto più caldo è rappresentato dal trasformatore, che raggiunge i 90°C.
Isolamento galvanico
Durante l'esecuzione dei test sopra, maneggiando il tester, si avvertiva una sgradevole sensazione di scossa elettrica, che a volte risultava essere molto forte. Ho così deciso di eseguire un test di isolamento galvanico.
Le specifiche IEC 60747 stipulano che un dispositivo alimentato con reti a 110V CA (es. USA) deve avere un isolamento galvanico capace di resistere ad almeno 2500V tra primario (lato rete) e secondario (lato bassa tensione). Per le reti a 230V, tale valore è aumentato a 5000V.
Ho così effettuato un test a 2500V con tester di isolamento DY30-2, che è fallito perché la resistenza risultava inferiore al gigaohm.
Questo significa che l'alimentatore è PERICOLOSO e non deve essere utilizzato da nessuna parte nel mondo.
Un transiente sulla rete elettrica o umidità nell'alimentatore potrebbero far arrivare la tensione di rete sulla porta USB e quindi sul dispositivo in ricarica, uccidendo o ferendo gravemente l'ignaro utente.
Ricordo infatti che in caso di scossa elettrica, i muscoli tendono a chiudersi (tetanizzazione), stringendo con forza l'eventuale conduttore che si è preso in mano (in questo caso, il telefono/tablet) rendendo quindi impossibile lasciare andare l'oggetto, a meno di un intervento esterno (interruttore differenziale, terza persona...).
Analisi delle componenti
Fallito il test di isolamento galvanico è giunta l'ora di aprire l'alimentatore (non ha senso continuare con i test di qualità della corrente in uscita, essendo lo stesso pericoloso).
Smontaggio
L'alimentatore è stato aperto molto facilmente facendolo cadere in terra da un'altezza da circa 1 metro. Il frontale è solo incastrato, e non incollato: basta quindi poco per ritrovarsi con componenti in tensione senza volere.
La prima cosa che si nota è una piastra di metallo sul retro del circuito stampato, forse un dissipatore?
No, non è un dissipatore. È letteralmente un pezzo di ferro incollato con della normalissima spugna adesiva per rendere l'alimentatore più pesante e quindi più convincente agli occhi (o meglio, al tatto) di un acquirente.
Isolamento
Il test di isolamento è fallito molto probabilmente perché la spugna ha assorbito umidità. Dato che si trova incollata sul retro del PCB, i piedini del primaro e del secondario ci si infilano dentro.
Tuttavia, anche senza spugna, la situazione non migliora. Sempre la IEC 60747 stipula che negli alimentatori switching la distanza tra secondario e primario sul circuito stampato (creepage distance) non deve essere inferiore a quattro millimetri, ma qui abbiamo uno sconto del 50%...
Scelta delle componenti
I chip impiegati sono:
- SDC5433Q: chip di negoziazione USB-C. Potenza massima 20W, tensione massima 16V (!)
- SDC5091: chip monolitico per alimentatori switching (sul primario). Potenza massima 22.5W (no, nemmeno i 33W pubblicizzati da USB-C PDO sono reali!)
- DP4110: raddrizzatore sincrono.
Come si vede, con una scelte delle componenti simile, risulta impossibile credere che si tratti di un esemplare difettoso. L'alimentatore è proprio stato progettato con l'intento di truffare.
È infatti molto difficile accorgersi, senza la strumentazione adeguata e senza una buona conoscenza di come funziona USB-C.
Filtri antidisturbo
Non è presente nessuna componente di filtro, pertanto l'alimentatore risulta essere rumorosissimo elettricamente e azzera quasi totalmente la ricezione delle radio FM più deboli.
Sicurezza elettrica
Non c'è un fusibile, e il resistore usato come fusibile (F1) non è del tipo antifiamma. Il condensatore tra primario e secondario (CY) è un normale 100nF 1kV, nonostante il colore blu, e non è del tipo autocicatrizzante che deve essere impiegato.
Questo significa che se il condensatore CY dovesse andare in cortocircuito, l'intera porta USB si troverebbe alla tensione di rete, insieme a qualunque dispositivo collegato ad essa. Un utente che tiene in mano un telefono in ricarica durante questo evento riceverebbe senza dubbio una scossa elettrica molto forte e potenzialmente fatale.
Cavo USB
All'inizio avevo scritto che il cavo USB che viene fornito insieme all'alimentatore è da 5 ampère. Anche sui connettori del cavo stesso c'è scritto 5A. Almeno questo sarà vero?
Le specifiche USB Power Delivery (PD) stipulano che tutti i cavi USB-C a USB-C devono essere in grado di portare almeno 3 ampère, e questi cavi sono definiti passivi. I cavi che possono portare più di 3A devono essere dotati di un apposito chip, chiamato e-marker, contenuto al loro interno. Il chip prende l'alimentazione e comunica tramite il piedino CC del connettore USB-C. Se il cavo è collegato ad un alimentatore che può erogare più di 3A, il carico dovrà prima verificare la presenza dell'e-marker, leggerne i dati e poi richiedere una corrente più elevata di 3A all'alimentatore.
Naturalmente (sorpresa!) il nostro cavo "5A" non contiene l'e-marker, quindi non potrà mai portare 5 ampère.
Conclusione
L'alimentatore in questione sembra essere una copia del SAMSUNG EP-TA845. È bene ricordare di comprare alimentatori SOLO da negozi affidabili, il che significa praticamente SOLO dal negozio del produttore stesso. Anche comprando da negozi fisici (anche negozi italiani...) è molto, molto probabile incappare in truffe simili.
Alimentatori del genere, oltre agli ovvi rischi per le persone dovuti allo scarso o inesistente isolamento galvanico, comportano anche rischi per i dispositivi collegati, producono interferenze che rendono difficile la ricezione TV/radio e spesso si surriscaldano.
Appendice
Reazione del venditore
Come di consueto quando mi trovo davanti a situazioni simili, ho contattato immediatamente il venditore inviando documentazione esaustiva (le stesse foto che sono in questo articolo, meno quelle dello smontaggio ovviamente).
La risposta è stata... "divertente"...
Segue una lunga discussione che non riporto con il venditore che procede in ordine a:
- Negare che l'alimentatore eroghi meno della potenza nominale
- Affermare che eroga solo 33W, ma che tanto non cambiava nulla (il mio PC portatile a 12V non si carica...)
- Negare categoricamente che la potenza fosse inferiore, perché «ho millemila recensioni positive»
- Affermare che eroga solo 33W, ma che «visto che fai le pulci per 12W il reso te lo paghi tu»
- Affermare che eroga solo 33W, ma che: «visto che la matematica non è un opinione allora hai diritto ad un rimborso parziale del (45-33)/100» (poco male se l'alimentatore da' la scossa)
- Negare si prendesse la scossa perché «se si fosse preso la scossa allora avrei avuto metà recensioni negative»
- Affermare che eroga solo 33W, ma che «nella carica non cambia nulla quindi il reso te lo paghi tu» (quindi, cari fruttivendoli, imparate: vendete 200g di patate al prezzo di 300g, che tanto nella cena non cambia nulla!)
- Restituirmi i soldi senza reso (su paypal) dopo che gli faccio notare che molte delle sue recensioni sono come segue:
Dopo qualche ora, ricevo questo messaggio. Chissà, forse si è accorto che le truffe funzionano fin quando non trovi qualcuno più esperto di te che ti sgama? Spetta al lettore l'ardua sentenza...